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LATTERIA DI VIA UNIONE - Milano

Powered by Sararlo 17 June 2004 ·

Giorgio Notari è un simpatico marpione che esercità a poche leghe da Piazza Duomo. L' esperienza è del 2004. Tuttavia, se uno vuole provare una specie di Bagaglino con uso di cucina e il suo originale one man show, passare ogni tanto per Via Unione può essere di piacevole relax. Consigliato, ovviamente, il sabato a pranzo.

A due passi da Piazza Duomo, a Milano, potete trovarvi ad un bivio.

Da un lato Cracco-Peck, una delle oramai consolidate stelle polari della gastronomia nazionale ma, proseguendo, un poco più avanti, avrete una sorpresa che, una volta fidelizzati, sarà sempre l’ennesima conferma.

L’ Antica Latteria di Via Unione è il regno incontrastato di Giorgio Notari, uno di quegli uomini che, se non ha fatto grande Milano, la rende senza dubbio più divertente ed unica.

Dall’esterno scambiate il locale per la solita piccola drogheria sopravvissuta tra un Armani e un Dolce e Gabbana.

L’insegna di “Cucina Vegetariana, anche per asporto” vi spinge a cercare un caffè altrove, ma poi vi fermate, vedete esposte le varie foto di scena che accompagnano le opere e i giorni di chi si attarda nel locale, ovvero Giorgio & company.

Spinti dalla curiosità entrate, magari nella drogheria hanno pure la crema da barba che vi siete dimenticati in albergo.

Ancora prima di sedervi l’impressione d’acchito è quella di essere capitati al Truman show, un piccolo teatrino in servizio permanente effettivo dove i ritmi della danza sono gestiti dal Giorgio; tutti gli avventori (e avventrici, poi vedremo) possono essere co-protagonisti (o collaboratori; sentita al volo: corridoio stretto, ressa, Giorgio ha appena servito un tavolo;  è bloccato come in tangenziale al rientro dal week-end; per sveltire la faccenda passa il vassoio vuoto sopra le teste al primo giovanotto che vede smarcato verso le cucine: “senti, metteglielo in mano a mia moglie, ma solo il vassoio, eh…”).

In fondo si mangia anche, ma questo potrebbe essere un dettaglio.

Dicevamo cucina vegetariana.

Dentro qualche cassetto potete trovare un menù, ma tutto dipende da come estro e stagione comandano.

Buona apertura con olive (giganti) farcite, così come peperoni. Olio di contorno perfetto.

Mozzarella di Bufala oppure Burrata , tutte freschissime, on line per voi.

Pappardelle, Lasagne, Gnocchi e Tortelloni assemblati in mille modi dal pesto ai funghi, ma anche maritati con meraviglie che vanno dallo zafferano al salmone;  i Risotti sono una certezza, sempre.

Tutto è servito in porzioni generose, senza tracce di nouvelle cousine, ma anche con cotture a puntino come quelle della mamma (e della nonna), ben condite, ma né unte e nè bisunte.

Ordinate il vostro piatto, ma Giorgio, che capisce al volo i suoi polli, vi passa davanti con il vassoio dei vicini, serve aggiungendo come formaggio le sue battute e al ritorno si avvicina come Padre Cristoforo “beh, qua ne ho tenuto un po’ anche per Te, ho capito che ti piacevano…”

Al secondo  si può viaggiare di uova, omelettes, involtini di varia orticolarità, oppure, se siete persone di sintesi,  fate zibaldone con il Gran Piatto, un Unicum laddove vi troverete assieme a quanto già descritto, zucchine ripiene, peperoni, polpettoni del pianeta verde elargiti con la consueta generosità, tutte creature che dall’orto e dalla campagna vengono assemblate per voi nelle cucine, sì da renderle ghiottone a fare companatico o contorno al Giorgio Show.

Vegetariano non vuol dire digiuno forzato di cilicio calorico e sui Dessert potete scorazzare di Panna Cotta con salsa al caramello oppure con una Macedonia della casa, ossia una  dadolata di frutta assortita che va dall’ananas al melone, all’anguria…

Sui vini si scherza minga, anche se “Acqua o Champagne ?” è l’approccio classico, specialmente con la turista di Liverpool o la shopping girl di Cesano Maderno; vegetariano, come dicevamo, non va inteso come salutista senza se e senza ma; in fondo il vino è un prodotto del regno vegetale, non animale.

In bella vista per voi significative etichette (alcune di nicchia e di scoperta personale) che spaziano dal Manzanarre al Reno, pardon dalla Sicilia su su, passando per Campania, Toscana, fino in Valtellina, dove potete trovare una non frequente collezione completa di Sertoli Salis che non vi “sfursat”erete certo di provare.

Ma qual’è il segreto di questa “Latteria” che la rende meta gioconda e gioiosa e dove non entrate certo perché vi manda il medico ad emendarvi di colesteroliche perversioni?

La location certo facilita, ma il genius loci è lui, il Giorgio showman.

Il locale è lungo è stretto: la sala di entrata, poi il piccolo banco dove il nostro sorveglia la ciurma come l’Ammiraglio Nelson e poi c’è la sala posteriore con vista sulla cucina.

I tavoli sono piccoli anche quelli; sembrano acquistati all’asta di un qualsiasi collegio di Martinitt, ma è bello anche così, l’atmosfera cameratesca fa presto a diffondersi con facilità tra avventori fidelizzati e palati al debutto.

Giorgio li scruta tutti, come un talent scout o un head hunter, a cogliere lo spirito che è dentro ognuno di loro, per capire se possono essere sparring partner per questa corrida vegetariana o solo palati di passo.

L’attenzione per l’universo femminino è …penetrante con occhio e vibrisse (pardon, baffo) vibranti di felicità quando entra qualche giovanotta o signora, che si capisce venute per far parte del gioco: ma anche se di spirito ignaro e innocente, meglio ancora. Fosse per lui se le disporrebbe tutte nel palco principale, la sua sala, relegando cavalieri e associati nel retro.

Il dipanarsi di battute è esilarante; alcune, è evidente, fanno parte di antico repertorio, tuttavia sempre gettate con freschezza in pasto alla sala divertita che non aspetta altro; ma di stoffa ne ha da vendere il nostro, e arte e talento si vedono quando bisogna inventare, improvvisare al momento, in italiano così come in inglese o altri teutonici idiomi: “aufiedersen, bei ciapèt” classico goob bye  quando una bella figliola di Stoccarda saluta uscendo e, involontariamente, fa apprezzare significativi air bag posteriori; doppi sensi non mancano, ma con stile e sobrietà.

La pareti sono tappezzate, come dicevamo, di cantina a vista in alto, ma poi vi sono innumeri foto che testimoniano le due grandi passioni del Giorgetto: il Pianeta Venere, come ampiamente documentato (veline, letterine, un’infinità di “ragazze della porta accanto”,  sempre con lui “accanto”, occhio e baffo sulle ventitrè, cui mano più o meno innocenti abbinano graffiti a commento con goliardica filosofia) e poi, dicevamo, l’ altra passione: se ci fosse ancora Rischiatutto  Giorgio sbancherebbe le casse della Rai con la storia del suo Milan. Sa tutto, ha visto tutto (sue foto in tutti gli stadi del mondo); dai tempi di Gipo Viani, passando per “Paròn” Rocco, e poi Rivera, Baresi, Sacchi, Capello, e poi ancora i Maldini, Billy (con Martina compresa, ovviamente), Sheva e Pippo-gol.

L’aneddotica è infinita, con gossip che nemmeno Biscardi o Nicolò Carosio mai hanno nemmeno immaginato.

Tra una foto e l’altra c’è un tabellone di San Siro di qualche anno fa: 6-0 ai cugini; sotto, scritta autografa del baffo rossonero: “dopo il matrimonio, la giornata più bella della mia vita”.

Da Commenda o Legion d’Onore, come minimo; in via Turati ci stanno pensando.

Vi trattereste per ore alla tavola di Giorgio: per mangiare, per divertirvi con il suo live show, per chiacchierare amabilmente quando i tavoli si diradano dei divertiti avventori.

Un consiglio? Andate il sabato a pranzo; manca tutta la clientela business che mangia con il naso sugli indici di borsa.

O arrivate ai primi rintocchi del mezzogiorno o, magari, quando gli altri si stanno avvicinando al caffè; vi è più facile sedere nella prima saletta e vi potete godere lo spettacolo in versione integrale, Ciapèt e Corazon rossonero inclusi.  

 

LATTERIA DI VIA UNIONE
Via Unione, 6
Milano.

Tel. 02 - 8744401
Chiuso la domenica
Cuenta media: 20-25€

Categoria: Sararlo Graffiti

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