Dizionario Sararlo-Italiano

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AL PASSO - Campalto (VE)

Powered by Sararlo 30 April 2004 ·

Massimo de Al Passo è un personaggio divertente. Nella sua vita precedente faceva il gelataro, senza particolare abbrivio, raccontano leggende metropolitane, che in questo caso sono mestrine. Poi l' illuminazione, sulla via della Lenza., perchè lui, in effetti ... è una simpatica Lenza.

Nel tempo che fu si diceva di ogni marinaio che aveva una donna in ogni porto: vi vien da pensare a Braccio di Ferro e a Olivia. Ora che Armstrong ha messo piede sulla Luna si parla di Gastronauti, e i Gastronauti non si nutrono solo di spinaci anche perché, per lavoro e non solo, si muovono in lungo e in largo per i meridiani e i paralleli del gusto ad allietar palato. In questi tempi di velocità, in attesa che il teletrasporto ci materializzi in pochi minuti a tavoli baschi, creativi o molecolari, non resta che accelerare trasferta via airplane.

Venezia rappresenta il terzo aeroporto italiano; il nordest è buona terra gastro-eno-dedicata ma, a volte, il tempo è tiranno. Cosa fate: inquinate le vostre papille con le fast-proposte dei vari “BellaCiao” o “Speck&Break” ?

Guardate avanti, lanciate il palato oltre la siepe, cioè oltre il ceck-in.

Campalto dista pochissimi minuti da Tessera, appartiene a quell’autentico obbrobrio che è l’ hinterland mestrino, degenerazione moderna dell’entroterra veneziano.

Tuttavia, con pazienza, potete trovare una Perla che brilla nel deserto.

Al Passo è un buon Ristorante dove il lavoro quotidiano è svolto con impegno e passione, così come indicato a mo’ di presentazione sulla Carta : “Qui si tratta solo Pesce Fresco”.

Se siete findus-eaters di contrabbando cambiate passo, lasciate stare la bussola del gusto, il fish & chips surgy è li per voi, near the check-in.

Il locale segue i dettami marinari. Arredamento sea-correct: cordami, lenze, liane, una dedica autografa dell’ Ammiraglio Nelson che ringrazia per il pescado del giorno. Insomma tutto conseguente, ma questo lo trovereste anche altrove.

Vi fidate della dichiarazione d’intenti non richiesta, ma importante.

Con queste premesse è evidente che sul piatto potete incrociarvi solo con quello che stagione comanda.

A principiar vi trovate di fronte ad amletica scelta: Crudo o Cotto ?  ma non è il parmacotto, bensì  il classico ambo con cui ci si diletta qui in laguna e dintorni.

Sul Cotto è tutto bello, corretto, dalle Capesante, alle Canocchie, alle ottime Telline che vi potete risucchiare con il piacer di una salinità autentica. Tuttavia, se lo trovate, non fatevi scappare il Roast Beef di Tonno con erbe aromatiche, una spiritosa citazione alla perfida Albione, laddove un bel Pinne Gialle, tagliato a fettone, viene leggermente scottato e abbellito di erbe  fini. Divertente.

Volete andar di Cruditè? No problem.

Carpacci assortiti, dall’Atùn, che non è quello del Nostromo, ma una creatura marinata e abbellita con Balsamico vero e fiammiferi di Ricotta affumicata, così come potete carpacciare, without ricotta,  di Dentici, Branzini e Ombrine.

Siete insaziabili, una volta non basta e due nemmeno.

Se non li conoscete, dilettatevi con i Go, quelli che Dante chiamerebbe Ghiozzi, e che sono tra gli autoctoni più apprezzati dai ghiottoni lagunari: nel Risotto si abbinano splendidamente con le Capetonde.

Potete proseguire ad libitum, dipende dalla stazza del vostro container gastrico; da quando vi parte la coincidenza per New York o Copacabana; di che lenza è fornito il vostro apparato gustativo.

Andiamo per via ideale.

In primavera non fatevi scappare la Frittura di Moeche, altro non sono che i granchi in muta, laddove la corazza è morbida e sgranocchiabile come infanti della rena; imperdonabile ignorare le Aragostine con le Castraure, che non sono voci bianche del mare, ma le primizie dei carciofi coltivati in laguna, a Sant’Erasmo per la precisione. Una volta nella vita almeno, come l’Aida a Verona o a Central Park con gli U2.

Proseguiamo, massì, siamo di Passo in questa vita, anzi, in questa vita, ora, adesso, siamo assieduti Al Passo.

E allora non rinunciate ai Dessert, dopo tante creature d’acqua salata, un po’ di dolce non guasta.

Potete vedervi passar davanti una Cassata liberamente interpretata,  oppure una classica Crema di Mascarpone con i biscotti, il tutto arredato sul piatto in maniera intrigantemente edibile, ma la provocazione della casa è lo Sbrodego.

Sbrodego, in buon slang campaltese,  suonerebbe come Potacchio sulle rive dell’Arno, ma qui è una libera invenzione, frutto forse di fantasie di uno Chef ebbro di Branzini e Prosecco, che ha assemblato in maniera mattacchiona Gelato alla Vaniglia, Grattugia di Amaretti, Uvetta Cilena sotto spirito. Bello, piacevole, divertente.

Il Servizio è cortese. Il Capo Ciurma vi seguirà con attenzione che si focalizza tanto più  voi rilanciate alle sue proposte.

Sembra appena uscito da una jam session con i Deep Purple, ma vi farà apprezzare con simpatia e semplicità la sinfonia che esce dalla cucina.

In Cambusa le cose viaggiano bene come tutto il resto. Etichette puntuali per chi ha un proposta culinaria che non sa di Patanegra & Chianine, con alcune attenzioni per produttori quali Radikon, Gravner, quel pazzo di Niccolaini che  vinifica in quel di Maremma Maiala e last but not least, quel Firmino Miotti che, ai Dessert, vi delizierà con il suo Torcolato che, da solo,  vi fa venire in mente il Bob Dylan di  Knoking on The Heaven’s Door.

Vi congedate felici con i vari retrogusti che sanno di salmastro, sbrodegosa estasi facilitata da Bacco felice e il titolare

(quello che suona con i Deep Purple e Janis Joplin) quasi a scusarsi, vi ricorda che lui vive del suo lavoro; anche se non appare nelle “Guide”, crede molto nel passaparola di chi si è seduto ai suoi tavoli.

Vi vien da ridere…sì, il passaparola, appunto, che poi sia parola scritta non lo vieta mica nessuno.

E via di Passo, per tornarci quanto prima con Paso Doble.

AL PASSO

Via Passo, 118
Campalto - (VE)
Tel. 041 - 900470
Chiude il lunedì

Cuenta media: 70-90€

Categoria: Sararlo Graffiti

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