Dizionario Sararlo-Italiano

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VECCHIO MULINO - Fonte (TV)

Powered by Sararlo 10 September 2004 ·

Leopoldo Vanzetto è un apprezzato senatore della Cucina Veneta. I limiti di un carattere un po' spigoloso gli hanno precluso, forse, immancabili è più importanti destini...
    

Il profilo della Rocca di Asolo si staglia all’orizzonte di colli resi immortali dai tratti giorgioneschi.
Vi state beando d’immenso quando, improvvisa, la fame vi attanaglia; vi guardate in giro, ma non c’è Ambrogio con i suoi Rocher;  dimenticate d’un colpo i sonetti del Bembo e la storia della Regina di Cipro quando incrociate “casualmente” insegna amica che vi porta qui, al “Vecchio Mulino”, alle pendici, appunto, di pedemontana asolana.

Immerso nel verde, quello che un tempo fu luogo di macine e fatica ha mantenuto intatti i propri connotati, solo che le fatiche sono da macina triturante di fauci sapienti.
Entrate, vi trovate davanti Gigi Maifredi, quello che ha ballato con la Vecchia Signora per una sola estate, ma questo signore, che potrebbe anche assomigliare ad un Geppetto dei fornelli, è Leopoldo Vanzetto, Chef di lungo corso nonostante l’età non sia antica.

La sua passione per il mondo dell’ Arte culinaria lo ha portato a girare il mondo, lasciandogli in eredità padronanza piena di cinque idiomi di eurolandia; la volontà, la tenacia, lo hanno portato a superare la soglia della Sala, in cui era professionalmente nato, per autodidattarsi ai fornelli e sì da fare anche un percorso originale.
Fondatore del Gellius, nobile locale stellato della Marca Trevigiana, da alcuni anni, Cincinnato del Focolare, ha trovato qui il suo buen retiro, a macinar di mulini, cioè no,  di creazioni di cielo, di terra, di mare, con particolare predilezione per quest’ ultimo.

L’insegna che dalla strada indica luogo dedicato presenta già, a vista di tutti, perché non è un segreto, il suo biglietto da visita: “è la conoscenza che fa la buona cucina”; e il nostro, in quanto a conoscenza di materie prime, dimostra di saperla lunga.
La proposta segue fedelmente stagione così che, a benvenuto, vi possono servire una Macedonia calda di pomodori di Pachino e Ananas con Gambero cotto al vapore. Il gioco di contrasti, gustativi e cromatici, già vi predispone a macinare oltre di papille e pupille ghiottone.
Mettiamolo alla prova il nostro Gigi, pardon Leopoldochef.
Il Fricco alle Verdure con Porcini e Fonduta di Montasio si lascia piluccare così, piacevolmente con le mani, giocando un po’ qua e un po’ la a combinar di retrogusti, ma una delle vette è toccata con gli Scampi alle Mandorle e Caffè con insalatina e chips di zucchine dorate in sughetto al Ramandolo: c’è una bella progressione, molto armonica, tra gli equilibri che nascono dall’incontro di dolce, amaro e salato.

Ottime le Lumache al Soave, ubriacatamene stufate al punto giusto per lasciarsi nobilmente coinvolgere in un gioco di sponda con una piramide di riso alle verdure.
Ma l’eccellenza la si trova con il Raviolo di Sedano Rapa con Foie Gras e goccia di Fonduta al Tartufo estivo in zuppetta di Cavolo bianco.
Le rondelle del tubero sono assemblate a mo’ di salvadanaio con il suo piccolo tesoro: il Foie, parbleau ! Poi le gocce di Fondue e Zuppetta rendono nobile il tutto al vostro gusto estetico, ma soprattutto ghiottone.

La ricerca c’è, si vede, si sente. Chi mai proporrebbe addirittura Carne di “Marchigiana”, laddove, da secolare tradizione, è tuttintorno festival costante  di Costate e Costicine.
Il Filetto di questa misconosciuta e, tuttavia, tra le migliori autoctone italiane è ben assemblato, ad esempio, con una Noce di Capasanta.
L’abbinamento, un tempo osè, è oramai divenuto di scuola, anche se qui, di primordine, è l’esaltazione delle rispettive virtù.
Si potrebbe proseguire, ma ci si rende contro che tutto è trattato con sapienza e fantasia, anche se una menzione al merito va per una intrigante Millefoglie di Pescatrice con Porcini e Mirtilli, sempre con l’emulsione di Scorzone, la trifola autoctona di cui si cibavano e cibano tuttora gli epigoni dei Bembo e Cornaro citati in apertura.
Si coglie il rispetto quasi filologico per le proprietà organolettiche, le cotture, tutto ciò che fa gioco di squadra tra elementi diversi, per cui si può concludere che …ex pluribus unum: ovvero il Piatto, quindi, che dalle cucine propongono alla vostra vorace attenzione.

La Cantina è ben curata. Si nota l’impegno non solo sulla Carta, ma anche di una giovane e misurata Milena che, una volta capito che con voi può dialogare e non solo raccogliere comanda, è capace e propositiva consigliera.

Scoprirete poi, se vi attarderete a fare qualche staffa finale di spirito, dalle storie del  “Gigi”Leopoldo quanto vissuto vi sia dietro questi artisti dei fornelli: confronti, sfide, una vita vissuta in prima linea, di cui ogni tanto il nostro, presa confidenza tra un Raviolo e una Millefoglie, qualche sassolino si prende la soddisfazione di toglierselo, non dal vostro piatto, ovviamente, ma dal baule dei ricordi, con qualche lieve sfumatura di vis polemica attenuata da quella passione e

savoir faire che ha portato questo globetrotter del fuoco lento a godersi la sua piccola Itaca qui, ai piedi di Asolo e dell’augusto Monte Gappa, sacro alla Patria e ai cultori del Morlacco, ma questa è tuttunaltra storia.

VECCHIO MULINO

Via Lastego, 160

Fonte (TV)

Tel. 0423 - 948220

Chiude il lunedì e martedì a mezzogiorno

Prezzo medio 50€  

 

Categoria: Sararlo Graffiti

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