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VERONELLIANA - Gino Veronelli raccontato da chi lo ha vissuto.

Powered by Sararlo 15 September 2009 ·
VERONELLIANA - Gino Veronelli raccontato da chi lo ha vissuto.

Gian Arturo Rota è un amico cui mi legano affinità elettive profonde tanto più che, in questi anni, ci saremo visti si e no 2-3 volte. Persona di rara sensibilità, cultura, senso dell' amicizia. Forse non è un caso che, sulla sua strada, abbia incontrato Gino Veronelli, con cui ha avuto un lunghissimo (24 anni) e stretto rapporto, familiare e professionale. Lo ringrazio, ora che è Direttore della Veronelli Editore, per aver accettato di scrivere per il nostro sito, inaugurando una sezione cui tengo molto: Special Guest Book, ovvero una pagina libera in cui il contributo di uno è per la condivisione di tutti. E' un salottino tra amici, che presto vi riserverà nuove e, mi auguro, piacevoli sorprese.

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Ho conosciuto Gino Veronelli (intendo come atto formale) nell'inverno 1985, lui già da tempo prestigiosa e popolare personalità, io ventunenne con un futuro tutto da inventare; sapevo di lui da un paio di lustri, per i ricordi della trasmissione A tavola alle 7, per la circolazione in casa mia del mensile Vini e Liquori e, ancor più, per le parole ammirate di mia madre, sua devota lettrice (seppur talvolta in disaccordo su qualche ricetta; ah, il controverso tema, per le mille e una varianti, della cucina...).
E' stato un incontro breve e cordialissimo, e non vi dico l'incredulità e l'emozione di mia madre appunto, quando le dissi che lo avevo avuto di fronte a me, in carne e ossa: un sorriso che mantenne per ore e due occhi così brillanti che avrebbero rischiarato la più buia delle stanze.
Lo rincontrai, su suo invito, qualche mese dopo; mi chiese, lui in cerca di un giovane, se ero disponibile e interessato a occuparmi della risistemazione della sua biblioteca (personale e professionale). Disponibile e interessato, gli risposi: sei mesi - tra i più divertenti e intensi della mia vita - d'immersione in uno spazio di duplice valenza: fisica (la biblioteca occupava un intero piano della casa) e intellettuale (toccavo con mano volumi mai visti né conosciuti, persino rari e preziosi; ma, ad infiammare il mio già elevato entusiasmo, fu, per me studente di Scienze Religiose, la serie di testi del ‘700 francese, ovvero la culla dello scientismo e del più feroce anticlericalismo; una letteratura del tutto opposta - per le irreverenze, ma non solo per queste, degli autori - a quella del mio corso universitario... scoprii così l'ateismo, ma nessuna irriverenza, di Veronelli). Ebbi non poche gioie da quell'incarico, e il privilegio - che mi concesse con una semplicità di modi disarmante ma con l'avvertenza del massimo rispetto - di consultare quelle opere; e non mi precisò di farlo "fuori orario", così come non mi aveva dato orari "dentro": "organizzati da te, a me importa che ti applichi al meglio e con intelligenza in ciò che ti affido" (lezione fondamentale sul concetto di responsabilità).
Man mano i giorni trascorrevano e la catalogazione prendeva forma, compresi che la sua grandezza stava, oltre che nelle superiori doti, nelle geniali intuizioni e in una determinazione incredibile, anche nell'immenso (10000 libri circa) giacimento letterario di cui poteva disporre e su cui si era - scolaro prima, giornalista/scrittore/esperto poi - formato, e continuava a formarsi: la lettura per lui era linfa, vita.
Fu soddisfatto del mio lavoro. Me ne propose uno nuovo, curiosissimo (poi scoprii essere un banco di prova su me): la realizzazione di un libro sugli aspetti negativi del popolo svizzero. (continua... se piace)

Gian Arturo Rota

 

Categoria: Special Guest Book

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